Con il nuovo singolo “6 di agosto”, Piuma firma una delle pagine più intime e cinematografiche del suo percorso. Il brano nasce come un flusso emotivo sospeso tra malinconia e luce, dove la canzone d’autore italiana incontra le atmosfere sensuali e notturne del pop internazionale. Un equilibrio raro, costruito con attenzione ai dettagli sonori e alla sincerità del racconto.
“6 di agosto” è un viaggio nella memoria, nel potere evocativo delle date che restano impresse nella nostra vita, quelle che segnano un prima e un dopo. Attraverso una scrittura diretta e melodie che accarezzano, Piuma riesce a trasformare un frammento personale in una storia universale, in cui ognuno può ritrovare un proprio ricordo.
Nell’intervista per Reframe, l’artista racconta le sue influenze – da Battisti a The Weeknd, da Alfa a Mahmood – e riflette su quanto conti oggi custodire le radici della canzone d’autore senza smettere di guardare avanti. Il risultato è un brano che parla con il cuore e suona con la testa, un equilibrio tra introspezione e immediatezza che conferma Piuma come una delle voci più interessanti del nuovo pop italiano.
Le tue influenze spaziano da Battisti a The Weeknd: quali echi di questi mondi si ritrovano in “6 di agosto”?
Di Battisti porto la ricerca melodica e la voglia di dire cose profonde con parole semplici. Dal mondo di The Weeknd invece mi affascinano i suoni notturni e cinematografici. In “6 di agosto” convivono entrambe le anime: la canzone d’autore italiana e una produzione moderna che guarda all’estero.
Contano tantissimo. La canzone d’autore italiana è la mia lingua madre musicale: è lì che ho imparato che una canzone può raccontare una storia intera in tre minuti.
Ce ne sono diversi , ad esempio mi sento vicino ad Alfa per la capacità di parlare a più generazioni con sincerità dimostra che si può essere profondi senza essere pesanti.
Mi ha insegnato l’importanza della produzione: ogni dettaglio sonoro può amplificare il senso delle parole. E mi ha mostrato che si può unire intimità e immediatezza, senza rinunciare a nessuno dei due aspetti.
Mi piacerebbe sentire “6 di agosto” cantata da Cesare Cremonini, Marco Mengoni o
Mahmood , Francesco Gabbani , Achille Lauro Alfa e in versione femminile direi Noemi o Annalisa e tanti altri , ho esagerato forse dai .. ma mi piace molto l’idea di poter sentire quelle sfumature che potrebbero dare delle voci così belle e particolari .