I Dittatvra presentano il singolo “Mangiare Male”

gen 2, 2024 0 comments

“Mangiare Male”, il primo singolo che anticipa il nuovo lavoro discografico della band, è un brano scritto con l'intenzione di raccontare il costante logoramento ambientale a livello mondiale dovuto all'inquinamento, causato dai disseminati campi di allevamento intensivo di carne animale per il mercato globale. Tutto ciò è visto dal punto di vista di uno squilibrato misantropo che si compiace di distruggere il mondo consumando abbondantemente carne proveniente da questo tipo di commercio usurante.
Dal punto di vista musicale, il pezzo si propone con un'atmosfera cupa e trascinata, quasi doom, caratterizzato da un basso ruvido e ipnotico, una chitarra che alterna sviolinate da atmosfera con riff e assoli arrogantemente metal, e una batteria decisa ma carica di groove. Infine, con un cantato lugubre e sussurrato nelle strofe alternato a urla e growl quasi disperati e isterici nei ritornelli.

Qual è l'origine del nome Dittatvra e come riflette la vostra identità musicale e artistica?
Partiamo dicendo che il nome della band ha molteplici significati, e non è un richiamo ad alcuna fazione politica.
Innanzitutto è stato scelto perchè serviva un nome aggressivo, spudorato, che ogni volta che venisse pronunciato creasse un certo disagio.  Tutt'oggi ogni volta che lo leggiamo su un manifesto o ad un evento o ce lo chiedono ci viene un po' da ridere.
Il secondo motivo è perchè il progetto è nato inizialmente come band horror punk, e quindi volevamo richiamare qualcosa che effettivamente mette angoscia, paura e disagio. Non quindi lupi mannari, zombie, vampiri o alieni, ma qualcosa di reale. Cosa più del concetto di dittatura, cioè di potere assoluto che opprime l'essere umano, terrorizza?  Ecco, E poi il terzo motivo fa riferimento a Pasolini.
Pasolini disse che non c'è nulla di più anarchico del potere, perchè il potere fa ciò che vuole senza rispondere a nessuno. Concetto espresso morbosamente in Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Ebbene, visto che a noi piacciono i paradossi e le contraddizioni, e riteniamo che il punk sia una delle più palesi forme di contraddizione esistente, abbiamo pensato che se il potere è anarchico, e la dittatura è la forma più consolidata e assoluta di potere, e se la musica punk richiama popolamente all'idea di anarchia, allora in questo girotondo assurdo siamo arrivati a definire la dittatura come qualcosa di punk. Un punk che fa paura, un horror punk.
Poi sul perchè della V nel nome, lo spiegheremo quando avremo più spazio.

Come avete evoluto il vostro stile musicale nel corso del tempo e cosa pensate che lo differenzi dagli altri progetti nel vostro genere?
Ah boh. Il nostro batterista viene dal brutal death metal e dal djent, il bassista è appassionato di gothic e nu metal, il chitarrista è un fan del glam metal e il cantante si gasa col punk e il crossover, anche se la sua band preferita sono i Rammstein.
Forse questo insieme di influenze rende la nostra roba un minimo interessante. C'è anche da dire che l'uso dell'italiano fa la sua parte, perchè è come se condizionasse il modo in cui qualcuno ascolta la canzone per intero. Abbiamo comunque intenzione di sperimentare di più in futuro, sempre però mantenendo l'approccio punk, che è un po' la chiave di volta per tutte le situazioni.

Qual è il vostro processo di composizione e come avviene la collaborazione all'interno della band durante questo processo?
Questo è un segreto tipo la Coca-Cola: si sanno gli ingredienti ma non come sono combinati.

Come gestite la connessione tra le tematiche delle vostre canzoni e l'aspetto visuale delle vostre esibizioni e del vostro merchandising?
Secondo noi sono ben correlate. La nostra estetica un po' splatter e un po' carnevalesca, ma come anche i nostri testi e i nostri ritmi serrati (in venti metri quadrati), sostanzialmente ci mettono in quel limbo tra il serio e il semiserio, in cui possiamo dire tutto e il contrario di tutto ma rimanendo in qualche maniera sempre coerenti. D'altronde l'orrorifico è sempre stato un po' qua e un po' là, tra lo spauracchio e la tragedia. Il nostro approccio può essere espresso anche in una massima di Gigi Proietti che fa "benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso."

Ci parlate di come è nato il vostro nuovo singolo?
Mangiare Male è nata, come abbiamo detto altre volte, dal titolo. Questo titolo è un po' grottesco e un po' ambiguo, e richiama uno stile alimentare non sano e che può fare riferimento a molte cose, dal farsi mezzo chilo di carbonara da soli alle quattro del mattino all'episodio di cannibalismo di Armin Meiwes ai deliri allucinogeni dovuti alla segale cornuta.
Anche pronunciandole queste parole si ha l'impressione di star masticando qualcosa, se ci fate caso.

Quali sono i vostri obiettivi a lungo termine come band? C'è qualcosa che vorreste realizzare che non avete ancora avuto l'opportunità di fare?
Vediamo questo ep come andrà, noi speriamo di suonare quanto più possibile. Però comunque sicuro vorremmo organizzare un bel video, di quelli fatti bene, con una certa estetica cinematografica, una regia decisa e ritmata, giochi di luci, una storia inquietante e surreale... E per fare queste cose purtroppo ci vogliono un po' di soldi, quindi ancora non possiamo permettercelo. Ma siamo fiduciosi, e intanto ci arrangiamo con quello che abbiamo.


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