Il nuovo singolo di Meron, "Umani giorni", si presenta come un viaggio profondo nell'anima dell'artista. Caratterizzato da una profonda introspezione e da una narrazione emotiva, il brano affronta temi universali come l'amore, la perdita e la ricerca di significato.
Le prime reazioni dal pubblico hanno confermato l'effetto che la musica di Meron può avere: riscontri molto positivi che evidenziano l'intensità e la profondità della sua composizione. "Umani giorni" invita l'ascoltatore a un viaggio interiore, richiedendo un ascolto attento per cogliere appieno il messaggio che Meron ha voluto trasmettere.
Nell'intervista che segue, Meron condivide il suo approccio alla creazione musicale, riflettendo sulla condivisione dei suoi vissuti attraverso le parole e sul significato di esporre sé stesso nei testi. Parla della sua connessione unica con il pubblico e delle aspettative per il futuro, soprattutto durante i suoi concerti, dove potrà percepire direttamente l'impatto di "Umani giorni" sulle persone.
Scopri di più su come Meron ha trasformato le sue esperienze personali in un'esperienza musicale coinvolgente e universale, attraverso le parole e le emozioni di "Umani giorni".
Che reazioni hai ricevuto dalle prime persone che hanno ascoltato “Umani giorni”?
Molto positive, tenendo conto che è un brano molto intenso e profondo che ha bisogno di un ascolto attento e mi fa piacere che molti abbiano colto il senso della canzone
Ti interessa sapere cosa vede il pubblico nei tuoi testi o preferisci lasciare spazio all’interpretazione personale?
Non saprei dirti. Le canzoni dopo che le ho pubblicate non sono più mie, ma diventano della gente, quindi dopo quello che mi interessa sapere perde per forza di importanza.
Quanto conta per te la condivisione dei tuoi vissuti attraverso la musica?
Solitamente parlo esclusivamente di ciò che vivo o che sento attraverso la vita delle persone che per qualche ragione a me sconosciuta, in parte mi rappresenta. Non riesco a fare canzoni politiche o raccontare di ciò che non mi riguarda.
Hai mai paura di esporti troppo nei tuoi testi?
Penso che in generale mettersi completamente a nudo faccia a tutti un po' paura. È l'idea che la gente possa ritrovarsi nelle mie parole ad abbatterla.
Come immagini la connessione ideale tra te e chi ascolta “Umani giorni”?
Non la voglio immaginare, ma sentirla da vicino. Lo capirò quando durante i concerti comincerò ad osservare gli occhi della gente mentre suonerò questa brano.