Thëm presentano “Come sarebbe stato”: un brano intenso e viscerale

dic 6, 2025 0 comments
 


Con “Come sarebbe stato”, i Thëm firmano un viaggio interiore fatto di ricordi scheggiati, domande che restano sospese e immagini che sembrano sgretolarsi sotto il peso del passato. I vetri frantumati, simbolo centrale del brano, rappresentano la mente e le sue crepe: ogni frammento conserva un’emozione, un dettaglio che ritorna anche quando non trova spiegazioni.

Il pezzo unisce tensione, dissonanze e un ritmo incalzante che amplifica il senso di vuoto, di grida soffocate e risposte mancate. È un racconto sonoro che non offre soluzioni, ma invita ad ascoltare ciò che rimane quando tutto si rompe.

Un nuovo tassello nel percorso della band, che si prepara all’uscita del disco e alla sua dimensione preferita: il live.

Segue l’intervista completa per Reframe.

Come e quando è nata la vostra band? Qual è stato il punto di partenza del progetto Thëm?
Il progetto Thëm con questa formazione nasce nel febbraio 2022. Possiamo chiamarlo Thëm 2.0, visto che ha preso forma dalle ceneri dei Thëm precedenti, in cui avevamo un altro cantante/chitarrista (ciao Alex <3) e io (Daniel) suonavo solamente. Anche il genere era diverso: era più orientato sul post-grunge/alternative; infatti, parti di quello che era il progetto si ritrovano in Frames.

Il nome “Thëm” ha un significato particolare o una storia dietro? Come lo avete scelto?
Nasce sempre con la precedente formazione. Dovevamo cambiare nome e, dopo un po’ di ragionamenti e indecisioni, si è ricaduti su questo. Inizialmente era solo “Them”; prima di rilasciare l’album, in accordo con l’etichetta, abbiamo aggiunto la dieresi sulla “e” per differenziarci dai Them degli anni ’70. Il significato che gli abbiamo dato è quello di un’entità esterna a tutto ciò che è la realtà: il non riconoscersi negli stereotipi proposti dalla società, i disagi vissuti e presenti.

Quali sono le vostre principali influenze musicali, sia individuali che come gruppo?
Questa è sempre la domanda più difficile alla quale non sappiamo mai rispondere. Abbiamo tutti ascolti differenti che, comunque, penso abbiano poca influenza su ciò che scriviamo, perché cerchiamo di starci il più lontano possibile e fare qualcosa di nostro. Se dobbiamo farti qualche nome: per me (Daniel) Birds in Row, Touché Amoré, Verdena, Teatro degli Orrori e tutto il panorama attuale post-HC/screamo italiano (Noverte, Stormo, ecc.). Ma anche elettronica e affini, basta che mi trasmettano qualcosa e mi permettano di “esplorare” suoni diversi. Francesco è un po’ più sul grunge/alternative anni ’90/’00 — Nirvana, Linea 77, Teatro degli Orrori — mentre Pier condivide più o meno i miei ascolti, insieme a classiconi come Shellac, The Jesus Lizard, Metz, QOTSA.

Come nasce solitamente una vostra canzone? Avete un metodo di scrittura condiviso o ogni brano ha una storia a sé?
Ogni brano ha una storia a sé: alcuni sono sviluppi di idee nate a casa, che poi prendono forma in sala inserendo le caratteristiche di ognuno; altri nascono da jam in sala.

Come si è sviluppato il processo creativo del vostro nuovo singolo “Come sarebbe stato”?
Se non ricordo male, Come sarebbe stato è uno di quei brani nati in sala. Stavo accordando la chitarra, ho trovato il primo accordo dissonante e da quello poi abbiamo sviluppato il resto. Un altro punto di svolta è stato il cambio di tonalità nel secondo ritornello, arrivato dopo un bel po’ che provavamo il pezzo (proposto da Pier).

Quali elementi sonori o stilistici pensate rappresentino di più la vostra identità all’interno di questo brano?
L’intensità e la tensione che c’è in tutto il brano, le dissonanze e il ritmo incalzante.

Che messaggio sperate che il pubblico colga ascoltando “Come sarebbe stato”?
Nessuno: non c’è un messaggio da divulgare o da forzare; ognuno lo interpreti in base al proprio vissuto e/o alle proprie esperienze di vita. Speriamo solo che trasmetta l’energia che ci abbiamo messo dentro.

Quali sono i vostri prossimi passi come band? State lavorando a nuove uscite, live o altri progetti?
Per adesso ci stiamo concentrando sull’uscita del disco; stiamo preparando il live, che speriamo di portare in giro il più possibile, anche perché la nostra dimensione è il live più che lo studio. 
Nuove uscite al momento non sono programmate dovendo ancora uscire il nuovo disco; ma abbiamo già pezzi chiusi o in cantiere.
(Spoiler: molte volte li portiamo già live, come è successo con quelli del disco, quindi venite ai live 😉)

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