Dardis e il linguaggio del cuore: quando la dislessia diventa poesia

dic 23, 2024 0 comments

Con “Dislesso”, Dardis affronta un tema delicato e profondo, trasformandolo in una canzone che parla a tutti. La dislessia, spesso vista come un limite, diventa una metafora universale per esplorare le difficoltà di comunicare i propri sentimenti. In un’estate apparentemente spensierata, tra spiagge e giri in moto, il protagonista si scontra con la frustrazione di non trovare le parole giuste, perdendo una connessione importante. Dardis ci regala un brano che unisce leggerezza e introspezione, toccando corde emotive che ognuno di noi può comprendere.
 
Ciao Dardis, com’è nata la tua attitudine verso la musica?
È nata fin da bambino. Ricordo che la musica era il mio rifugio naturale: la ascoltavo in camera, in auto, cantavo da solo in giro per casa. Crescendo ho percepito che non si trattava solo di un hobby, ma di qualcosa di più profondo. Ho voluto dargli struttura, iscrivendomi a corsi di canto e iniziando a comporre canzoni mie.

A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Non c’è un singolo artista a cui mi sono ispirato in modo esclusivo. Amo attingere da generi diversi. Tuttavia, nel panorama italiano ho grande stima per alcuni cantautori e band indie che, negli ultimi anni, hanno dimostrato come si possa unire poesia e melodia in modo fresco e moderno. Mi piacciono anche artisti internazionali di stampo pop o alternative, perché mi permettono di avere una visione a 360° della musica.

In che modo nasce una tua canzone?
Spesso parto da un’emozione o da un’idea che mi martella in testa. Può essere una singola frase, una melodia, o un concetto che voglio esprimere. È un processo molto istintivo e personale: più cerco di essere onesto con me stesso, più la canzone risulta genuina. A volte capita che un brano rimanga nel cassetto per mesi, prima di prendere forma definitiva.
 
Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo?
È un brano nato dal desiderio di raccontare la difficoltà nel comunicare autenticamente, usando la dislessia come metafora. Volevo mostrare come gli errori possano trasformarsi in crescita, anziché diventare motivo di vergogna.
 
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo singolo?
Un pezzo in bilico fra un’estate leggera e un’interiorità segnata da incertezze. L’ascoltatore troverà una melodia indie-pop e un testo che invita a non temere gli sbagli, ma a usarli per conoscersi meglio.
 
Hai già in programma concerti e date live?
Sto lavorando a diverse situazioni live e spero di potervi annunciare presto le date ufficiali. Mi piacerebbe molto portare questo singolo su vari palchi, grandi o piccoli che siano. Personalmente, sento che la dimensione dal vivo è quella più vera: è lì che ci si mette alla prova e si crea un legame autentico col pubblico. Ho anche partecipato a vari concorsi e festival, come ad esempio il deejay on stage a Riccione, e continuo a farlo perché ogni occasione è buona per crescere come artista.

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