Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con i Mixotri, che ci hanno raccontato qualcosa del loro nuovo album 'Vorrei bastasse tutto questo', in cui descrivono uno spaccato psico-sociale del tempo in cui viviamo.
Il vostro nuovo album "Vorrei bastasse tutto questo" sembra un viaggio emozionale intenso. Come descrivereste il tema principale del disco?
Abbiamo tentato di fare un vero e proprio spaccato psico-sociale del tempo in cui viviamo, cercando di toccare quante più tematiche possibili con la maggiore lucidità possibile.
La traccia "È Tutto Inverno" esplora un'interessante dinamica tra due persone, una che ama l'inverno e l'altra che lo detesta. Potete raccontarci di più su come questa contrapposizione influisce sulla relazione descritta nella canzone?
Come facilmente intuibile, quella dell’inverno è una metonimia per parlare di tutte quelle differenze interne alla coppia che rischiano di compromettere la salute della coppia stessa. Ebbene si, siamo contro a “gli opposti si attraggono” e pro il “chi si somiglia si piglia” (ride)
"Non Ti Piace Questo Posto Che Ti Piace" parla di accettare situazioni non gradite. Cosa vi ha ispirato a scrivere su questo tema?
Quella dell’accettazione di ciò che non ci piace solo per conformarci alla ideologia di massa è un tema che tutti nella vita ci siamo trovati (o ci troveremo) a dover affrontare. Da ciò deriva un disagio psicologico importante, a cui non dovremmo sottostare, perché, così facendo, andremmo sempre più incontro all’annullamento dell’individualità, cosa che rende ciascuno di noi ciò che siamo, con le proprie caratteristiche, gusti ed opinioni uniche e speciali.
"Le Luci" sembra critica verso la società odierna. Potete approfondire il tema della canzone?
Nella freneticità della nostra contemporaneità è semplicissimo trovarsi ingoiati, masticati e sputati da una società che vuole tutto senza dare praticamente nulla in cambio. Nasciamo, viviamo e moriamo basando la nostra intera esistenza su numeri, dai voti a scuola alle cifre del conto corrente, e molto spesso non vediamo il mondo che ci sta attorno, anzi, facciamo di tutto per non vederlo.
Parliamo di "Levante". Come avete catturato l'essenza dell'estate italiana in questa traccia?
L’idea del brano nasce da un’esperienza diretta, dalla sensazione di essere “soli in compagnia” che attanaglia tanti di noi durante le proprie vacanze, che dovrebbero essere un momento di svago, ma si tramutano in uno stress emotivo addizionale.
Avete una trilogia di canzoni all'interno dell'album: "Elvis", "Vivien" e "Cassiopea". Che tipo di viaggio emozionale rappresentano queste tracce?
Sono tre personaggi che incarnano idealmente il classico viaggio dantesco, conducendo l’ascoltatore attraverso tre mondi diversi ma legati da un filo conduttore musicale per ricordarci che nella vita non importa in quale condizione tu sia attualmente, potrai sempre avere accesso ad una delle altre se lo vorrai.
"Non So Chi Sono" sembra una riflessione profonda sull'identità. È personale?
Si e no. Anche qui, come in “Non ti piace…”, la sensazione descritta è molto comune ed ognuno dinoi nel corso della propria esistenza attraversa momenti di burnout in cui è necessario chiedersi chi siamo e cosa vogliamo dalla nostra vita.
Infine, qual è il messaggio che sperate di trasmettere con questo album?
La speranza è quella di comunicare a chi si trova in una di queste condizioni che esiste un modo alternativo di vedere e vivere la realtà e che non sono soli. Lungi da noi il voler essere detentori di chissà quale realtà assoluta, ma nel nostro piccolissimo “vorremmo bastasse tutto questo”, ma già sappiamo che non sarà sufficiente, anche se potrebbe rappresentare una prima presa di coscienza.