Il viaggio di Giuseppe Gazerro e la Resistenza Acustica con 'How can you see the sun'"

mag 27, 2024 0 comments

“How can you see the sun” di Giuseppe Gazerro e la Resistenza Acustica è un brano nato dalle riflessioni dell'autore sulla sua adolescenza e la caducità dei ricordi. Questo pezzo, parte del repertorio cantautorale dell'artista, combina un testo personale e autobiografico con un riff deciso ma privo di spigoli, tipico delle ballate d’autore.
 
L'arrangiamento, perfezionato in studio, utilizza la chitarra solista per aggiungere un'atmosfera vintage e un tocco rock che dona compattezza sonora al brano. Il risultato è una canzone che intreccia forza e dolcezza, catturando l'ascoltatore con la sua melodia e profondità emotiva.
 
Ciao Giuseppe, com’è nata la tua attitudine verso la musica?
Negli anni ’70, quando rimasi folgorato dal Rock – che allora si chiamava Pop, a dire il vero; da allora la musica è sempre stata la causa di tutto quello che ho fatto, dal laurearmi in Lingue per la passione derivatami dallo studio dei testi, dal diventare Insegnante avendo sempre la parola e il suono come motori della mia espressione.
 
A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Bennato su tutti.
A lui ho rubato la 12 corde acustico-elettrica, il kazoo, l’armonica a bocca, il tamburello a piede e il sentirmi one-man-band.
Da un punto di vista testuale, sicuramente Bob Dylan.
 
In che modo nasce una tua canzone?
Di solito la mia volontà è quella di mettere dei testi in musica per poterli poi cantare per tutti.
Canto le cose che sento, che vivo, le cose che succedono, le cose che non mi piacciono e le cose che mi ispirano lotta.
In un brano che spero di pubblicare presto, dico “Per questo non ho mai cantato le cose del cuore; mi ispiro spesso all’odio, la mia musa è l’orrore”.
 
Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo?
Il brano è stato in seguito a riflessioni sulla mia adolescenza e sulla caducità dei ricordi che ad essa si accompagnano.
Il pezzo fa parte del mio repertorio più strettamente cantautorale; oltre al testo autobiografico e personale è stato costruito su un riff deciso e incalzante ma senza spigoli, con le caratteristiche melodiche tipiche delle ballate d’autore.
L’arrangiamento perfezionato in sede di Studio – specie nell’uso della chitarra solista  – ha aggiunto alla generale atmosfera vintage anche  un tocco rock che aggiunge una certa compattezza sonora.
 
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo singolo?
Un pezzo chiaramente cantautorale; ma spero si colga un’energia ed una voglia di raccontare che possa far pensare ai grandi autori del rock classico.
 
Hai già in programma concerti e date live?
Certo!
Vorrei pubblicare tutto quello che ho fatto in passato rifacendo gli arrangiamenti.
Uscire in tour con il disco che sto pubblicando.
Raggiungere più gente possibile.

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