I riferimenti artistici sono vari e non invasivi:
amano passeggiare con Nick Cave nei suoi cieli britannici, strizzano l’occhio a
Tom Waits e alle sue evoluzioni circensi e talvolta sorvolano i deserti
psichedelici di Neil Young. Un’infedeltà irrequieta e produttiva li spinge a
concepire brani eterogenei e spesso difficilmente inquadrabili in un genere.
Gli Uncle Muff si immergono nella creazione musicale come avventurieri in un territorio senza padroni, dove ogni canzone è soffio di libertà creativa.
Hanno all’attivo 3 album di brani originali, diversi video ed è in uscita il nuovo album, anticipato dal primo singolo “Old Blue Back” pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali.
Ci piacerebbe sapere come è nata la
vostra passione per la musica. Qual è stata la vostra prima esperienza
significativa con questo mondo?
La passione per la musica in me è nata intorno ai 10 anni credo ascoltando degli album di mio papà. In particolare ne ricordo due che ho ascoltato con un’insistenza che solo i bambini riescono ad avere: Zuma di Neil Young e una compilation degli America. A distanza di qualche anno mi è capitato di toccare le corde di una chitarra, sempre di mio padre, e ho avuto la sensazione che quel suono fosse magia. Quel momento, che ricordo bene, direi che è stato l’inizio dell’avventura.
Nel corso degli anni, a quale artista
o band vi siete ispirati maggiormente e in che modo hanno influenzato il vostro
stile musicale?
Ognuno nella band ha gusti un po’ diversi e tutti abbiamo ascoltato a seconda dei periodi vari generi e artisti. Però, ormai da un po’ di anni, convergiamo su tre nomi principalmente: Tom Waits, Nick Cave e Neil Young. Non è una questione di genere e non abbiamo mai cercato di imitarli, questi tre giganti costituiscono semplicemente un esempio e un modello per il tipo di approccio che hanno con la musica. In maniera molto diversa tra loro ma questi artisti dimostrano a mio avviso la totale libertà e disinibizione nel comporre e produrre i loro pezzi. E sono tra i pochi che, ascoltandoli, mi spingono a suonare, a sperimentare. E’ come se mostrassero uno spazio di movimento nel quale altrimenti non mi avventurerei spontaneamente.
Raccontateci la storia dietro il
vostro nuovo singolo. Come è nato e quali sono i messaggi che volete
trasmettere attraverso questa canzone?
“Old Blue Back” nasce da 2 accordi un po’ inusuali che hanno evocato l’immagine di un uomo alla deriva in un mare minaccioso. Durante il ritornello il protagonista chiede di avere indietro il suo vecchio blue: I want my old blue back. Il “blue” è inteso come sentimento e la speranza è quella di essere triste come nella giovinezza durante la quale quel sentimento non era così minaccioso e nevrotico. Ma “blue” è anche il colore del mare che durante l’infanzia era quello amichevole e sereno delle spiagge d’estate. Non saprei dire se c’è un messaggio particolare nel brano, sicuramente si parla di uno stato d’animo col quale il moderno ha spesso a che fare: la perdita del senso di realtà, la perdita del senso del tempo e il conseguente smarrimento e senso di impotenza rispetto agli eventi di natura.
Per chi ascolterà il vostro nuovo
singolo, cosa può aspettarsi in termini di atmosfera?
L’atmosfera del pezzo è piuttosto cupa all’inizio fintanto che il protagonista vaga in quelle acque minacciose. Si tratta di lasciarsi trasportare dalle onde e nel finale si viene proiettati in uno scenario completamente diverso: un bar affollato in un’atmosfera natalizia e nel quale un abbraccio restituisce senso di realtà
Avete già programmati concerti per
promuovere il vostro lavoro? Potete darci qualche anticipazione su dove vi sarà
possibile vedere dal vivo prossimamente?
L’uscita dell’album è programmata per inizio aprile per l’etichetta Overdub Recordings che sta facendo un gran bel lavoro di promozione. Al momento stiamo prendendo contatti per un tour promozionale e, appena definite, tutte le date verranno pubblicate sul nostro profilo Facebook (https://www.facebook.com/uncle.muff.band) e Instagram (https://www.instagram.com/unclemuffband/). Approfittiamo chi fosse interessato a contattarci per aggiungere una tappa al tour!
Gli Uncle Muff si immergono nella creazione musicale come avventurieri in un territorio senza padroni, dove ogni canzone è soffio di libertà creativa.
Hanno all’attivo 3 album di brani originali, diversi video ed è in uscita il nuovo album, anticipato dal primo singolo “Old Blue Back” pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali.
La passione per la musica in me è nata intorno ai 10 anni credo ascoltando degli album di mio papà. In particolare ne ricordo due che ho ascoltato con un’insistenza che solo i bambini riescono ad avere: Zuma di Neil Young e una compilation degli America. A distanza di qualche anno mi è capitato di toccare le corde di una chitarra, sempre di mio padre, e ho avuto la sensazione che quel suono fosse magia. Quel momento, che ricordo bene, direi che è stato l’inizio dell’avventura.
Ognuno nella band ha gusti un po’ diversi e tutti abbiamo ascoltato a seconda dei periodi vari generi e artisti. Però, ormai da un po’ di anni, convergiamo su tre nomi principalmente: Tom Waits, Nick Cave e Neil Young. Non è una questione di genere e non abbiamo mai cercato di imitarli, questi tre giganti costituiscono semplicemente un esempio e un modello per il tipo di approccio che hanno con la musica. In maniera molto diversa tra loro ma questi artisti dimostrano a mio avviso la totale libertà e disinibizione nel comporre e produrre i loro pezzi. E sono tra i pochi che, ascoltandoli, mi spingono a suonare, a sperimentare. E’ come se mostrassero uno spazio di movimento nel quale altrimenti non mi avventurerei spontaneamente.
“Old Blue Back” nasce da 2 accordi un po’ inusuali che hanno evocato l’immagine di un uomo alla deriva in un mare minaccioso. Durante il ritornello il protagonista chiede di avere indietro il suo vecchio blue: I want my old blue back. Il “blue” è inteso come sentimento e la speranza è quella di essere triste come nella giovinezza durante la quale quel sentimento non era così minaccioso e nevrotico. Ma “blue” è anche il colore del mare che durante l’infanzia era quello amichevole e sereno delle spiagge d’estate. Non saprei dire se c’è un messaggio particolare nel brano, sicuramente si parla di uno stato d’animo col quale il moderno ha spesso a che fare: la perdita del senso di realtà, la perdita del senso del tempo e il conseguente smarrimento e senso di impotenza rispetto agli eventi di natura.
L’atmosfera del pezzo è piuttosto cupa all’inizio fintanto che il protagonista vaga in quelle acque minacciose. Si tratta di lasciarsi trasportare dalle onde e nel finale si viene proiettati in uno scenario completamente diverso: un bar affollato in un’atmosfera natalizia e nel quale un abbraccio restituisce senso di realtà
L’uscita dell’album è programmata per inizio aprile per l’etichetta Overdub Recordings che sta facendo un gran bel lavoro di promozione. Al momento stiamo prendendo contatti per un tour promozionale e, appena definite, tutte le date verranno pubblicate sul nostro profilo Facebook (https://www.facebook.com/uncle.muff.band) e Instagram (https://www.instagram.com/unclemuffband/). Approfittiamo chi fosse interessato a contattarci per aggiungere una tappa al tour!