“Démodé” è il secondo lavoro discografico di Ognibene, una raccolta di brani autobiografici nei quali il cantautore emiliano racconta la sua quotidianità con ironia e profondità.
Ciao a voi! In quanto attitudine credo sia qualcosa di innato, forse genetico, che ho dentro da sempre. Il vero colpo di fortuna è stato averla scoperta molto giovane ed essere stato in grado di sfruttarla. Ricordo che fin dalla prima volta che ho preso in mano uno strumento, che fu una chitarra a tredici anni, ho sempre sentito una sorta di naturalezza nel fare le cose.
Le mie influenze sono state tante negli anni, variegate, e tutte mi hanno formato. Se devo pensare al progetto OGNIBENE sicuramente artisti come Dalla, De Gregori o Gaetano sono il vero grande punto cardine da cui sono partito. Poi ci sono le strutture sonore e il mio amore per i Negrita credo che emerga appieno.
Solitamente parto da un testo in prosa, spesso lavorato da Simone Pozzati, che inizio a scomporre e a modificare per dargli una sorta di regola metrica. Poi in base alle sensazioni ed al senso disegno la struttura degli accordi e le linee melodiche. A quel punto inizia il vero e proprio divertimento che per me è la produzione.
“Démodé” è un disco che è nato, di fatto, da solo ed in modo casuale. Io ho iniziato a lavorare ad una serie di singoli per poi accorgermi che stavano prendendo involontariamente uno storytelling ben preciso. Solo a questo punto ho deciso di unire i brani in un’Ep e quindi di ricercare una coerenza artistica.
Questo è un disco che mi racconta quindi chi lo ascolterà ci troverà tanta vita reale nella quale penso ci si potrà rivedere. Ci sono brani energici, da cantare a squarciagola, ed altri riflessivi così che il tutto risulti dinamico e completo. Insomma, penso sia molto gradevole!
Per ora non ho certezze anche se sto programmando e qualcosa inizia a muoversi. Ma, come dico sempre, tutto a suo tempo. Ora serve fare promozione al meglio!