"Kind (Of) Violence": Asa's Mezzanine e il potere della musica senza parole

gen 1, 2025 0 comments

Può la musica raccontare le contraddizioni della violenza senza bisogno di parole? Gli Asa’s Mezzanine dimostrano di sì con il loro nuovo singolo "Kind (Of) Violence", un pezzo che unisce tensione e liberazione in un equilibrio sottile e intenso. Il brano porta l’ascoltatore a esplorare emozioni profonde e universali, toccando temi come la rabbia e la vulnerabilità. Attraverso un mix di sonorità che alternano momenti di caos e quiete, il gruppo costruisce un’esperienza immersiva unica. Nell’intervista esclusiva, gli Asa’s Mezzanine condividono i retroscena della creazione di questo viaggio musicale e la loro visione artistica.
 
La vostra musica fonde generi apparentemente distanti come stoner, metal, elettronica e progressive. Come scegliete gli elementi sonori da integrare, e cosa cercate di trasmettere con questa contaminazione?
I generi musicali ai quali dobbiamo tanto sono sempre e in costante collegamento tra di loro. Le nostre scelte musicali e creative derivano da sensazioni pressoché di istinto e di una naturale concatenazione tra ciò che alle nostre orecchie suona bene e ciò che non lo fa, indipendentemente dalle cosiddette “etichette” di genere. Abbiamo sempre “fame” di nuova musica e nuove idee creative e cerchiamo continuamente quel filo conduttore che ci fa scattare qualcosa nella testa. 
Il nostro obiettivo è costruire una narrazione sonora che riesca a combinare le atmosfere pesanti e occulte dello stoner e del doom, le complesse strutture del progressive, le trame evocative dell’elettronica e l’intimità espressiva del pianoforte. Questo ci permette di raccontare una storia fatta di sensazioni, attraverso suoni che si evolvono tra i diversi strumenti e le loro dinamiche interne.

L’atmosfera dei vostri brani sembra richiamare non solo musica, ma anche immagini e sensazioni cinematiche. Qual è il rapporto tra la vostra musica e altre arti visive o letterarie?
È davvero gratificante sapere che questa connessione viene percepita nella nostra musica. Per noi, l’arte visiva è un elemento essenziale del racconto che vogliamo trasmettere, che si tratti di ispirazioni cinematografiche, come l’horror del primo Novecento, di movimenti artistici come il surrealismo e il romanticismo, o di suggestioni letterarie. Ogni nostro brano nasce come l’intreccio di molteplici fili, fatto non solo di musica, ma anche di immagini, atmosfere e sentimenti.
In questo spirito, abbiamo collaborato con Paolo Sirio anche nel nuovo album alla scrittura di un racconto breve che amplia il nostro universo musicale. Il testo è concepito come un flusso di coscienza, un viaggio narrativo intimista ma che parla di tutti noi, che arricchisce e accompagna le emozioni evocate dalla nostra musica, creando un ponte tra suono e parola. 
Questo progetto rappresenta per noi un'opportunità per espandere il nostro linguaggio artistico e offrire un’esperienza ancora più immersiva e completa.

Kind (Of) Violence si sviluppa in uno spazio che descrivete come “quieto ma in tensione”. Quanto è difficile mantenere questa tensione costante e come vi relazionate a essa in fase di composizione?
Mantenere una tensione costante in un contesto come in Kind (Of) Violence è stata una sfida, ma è anche una parte essenziale del nostro approccio alla composizione.
In fase di scrittura lavoriamo molto sulle dinamiche, facendo in modo che ogni elemento – dalle sezioni più morbide a quelle più intense – contribuisca a creare un’evoluzione graduale e coerente. Ci piace l’idea che l’ascoltatore venga guidato attraverso le diverse sfumature e cambiamenti senza avvertire transizioni brusche o forzate, un po’ come accade nelle grandi concept suite progressive degli anni ’70, dove tutto sembra scorrere in modo organico e naturale.
Mentre scrivevamo il brano, ci sono state intuizioni che ci hanno davvero sorpreso e divertito, come l’idea di assecondare l’ingresso delle chitarre e basso con delle basi di sub-ottave generate da un sintetizzatore Moog estremamente distorto e dal sound “fisico”, quasi come se il suono stesso si aprisse per accogliere un’ondata di calore percepibile sulla pelle.
Per noi, la tensione è un filo conduttore che tiene insieme Kind (Of) Violence, ma che non deve mai diventare statico. È qualcosa che cresce, si trasforma e accompagna l’ascoltatore in un percorso fluido e coinvolgente, mantenendo sempre vivo il senso di immersione e coerenza in un titolo che letteralmente è incoerente a se stesso.

La vostra musica sembra costruita su un dialogo costante tra strumenti. Come gestite il processo creativo per lasciare spazio alle idee di ciascun membro della band?
Il nostro processo creativo riflette le molte sfumature di ciò che siamo come persone, rispecchiando naturalmente la gamma di emozioni che viviamo. Spesso è facilissimo: le idee fluiscono naturalmente e ognuno trova il proprio spazio senza neanche doverci pensare troppo, come se tutto si componesse da sé. Sono quei momenti magici in cui tutto sembra funzionare alla perfezione.
Altre volte, però, quando le idee di ciascuno si scontrano, può essere difficile trovare un equilibrio che soddisfi tutti, e il processo può diventare lungo e impegnativo. Ma è normale. Anche in questi momenti c’è un valore assoluto a cui diamo fondamentale importanza: ci costringono a spingerci oltre, a esplorare soluzioni nuove e a trovare un punto di incontro che spesso porta a risultati migliori di quanto avessimo immaginato all’inizio. 

Notizie correlate

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Modulo di contatto