Per anni con la scuola di musica ho suonato principalmente cover e per quanto riguardava la mia proposta sentivo non fosse quasi mai artisticamente completa. Il cambiamento decisivo che mi ha portato nella direzione della canzone d’autore è avvenuto con il teatro: ha rimesso al centro della mia ricerca l’importanza fondamentale del testo.
A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Cerco di portare avanti e di attualizzare la grande tradizione cantautorale sia italiana che internazionale: stimo molto e sono influenzato da artisti come Bob Dylan, Sixto Rodriguez, Nick Drake, ma anche Claudio Lolli, Francesco de Gregori, Rino Gaetano e Fabrizio De Andrè, per quanto riguarda l’Italia.
In che modo nasce una tua canzone?
Nella maggior parte dei casi inizio da una breve sintesi argomentativa che mi serve per individuare la direzione poetica, le tematiche, più in generale il contesto attorno al quale, dopo un’ulteriore sintesi e un adattamento metrico, si forma il testo.
Finito questo processo, compongo in parallelo la melodia e l’armonia. Se tutte e tre le parti (testo, melodia, armonia) convivono sia in sè stesse, che in relazione tra loro, procedo a cucire l’arrangiamento della canzone.
Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo?
“Illusione Postmoderna” unisce aspetti biografici, quali la mia alienazione in un contesto lavorativo malsano, ma sono anche presenti considerazioni personali nate da analisi riguardanti l’attualità politica ed economica. Considero fondamentale anche la lettura del saggio “Realismo Capitalista” (M. Fisher) e della raccolta di poesie “Giorno dopo Giorno” (S. Quasimodo)
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo singolo?
Credo sia lecito aspettarsi quella che per un certo periodo veniva chiamata “canzone di protesta” espressa mediante un linguaggio poetico.
Hai già in programma concerti?
Non ancora, ma potrete rimanere aggiornati su qualsiasi novità sul mio profilo Instagram.