Esplorando "Stendhal" con El!s: la sua visione musicale

ott 7, 2023 0 comments
 

EL!S è un cantautore nato a Polignano a Mare nel 1991. Fin da giovane si è innamorato del pianoforte, attratto dalla vasta collezione di vinili di suo padre. Dopo aver sviluppato una passione per la musica classica, si è diplomato specializzandosi nella Popular music. Ha successivamente ampliato le sue competenze ottenendo due diplomi al CET di Mogol come compositore ed autore, e ha completato un master presso il CPM Music Institute. Dal 2013, EL!S ha girato l'Italia con gli Skanderground, accumulando più di 600 concerti e suonando in luoghi incantevoli. Ora sta seguendo anche una carriera da solista, desideroso di condividere le profonde emozioni e storie che custodisce dentro di sé attraverso la sua musica. La sua esperienza cosmopolita e la sua passione per l'arte lo hanno portato a stabilirsi a Milano, dove continua a coltivarla e ad esplorare nuovi orizzonti musicali.
 
Oggi, ci immergeremo nel mondo artistico di El!s per scoprire il significato profondo del suo ultimo singolo, "Stendhal".
 
Ciao El!s, com’è nata la tua attitudine verso la musica?
Nasce da un’educazione avuta sin da piccolino, tra i vinili di mio padre ed il mio primo giradischi che ho consumato nell’ascoltarli proprio tutti. Ero costantemente immerso nella musica, papà suonava la chitarra e spesso mi cantava le canzoni che preferivo. Ad 8 anni ho iniziato con il pianoforte e non ho mai più smesso, facendolo diventare il mio compagno di viaggio e di vita.
 
Come hai deciso che "El!s" fosse il nome adatto per rappresentarti come cantautore?
Scegliere un nome credo sia una delle cose più difficili ma allo stesso tempo spontanee del mondo; mi chiamo Viteliseo ed è già un nome d’arte, volendo! Ma il tempo mi ha aiutato a vivere le cose soffermandomi sull’essenza e sulla centralità, perciò, ho cominciato molto presto a farmi chiamare Elis. A 30 anni senti anche il bisogno, l’esigenza di farti ascoltare e imparare a mettere punti esclamativi sul proprio vissuto e sulle proprie scelte, perciò, ho voltato la mia “i” per “affermare” ancora meglio i miei punti di vista.
 
A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Non ho mai avuto un riferimento preciso perché ho ascoltato sempre generi diversi, pur avendo qualche fissa momentanea per alcuni cantautori. Ci sono dei modi di scrivere che amo (su tutti quello di Brunori) ma continuo a pensare che il mio primo amore sia stato Ivano Fossati. Potrei citarne almeno altri dieci che hanno segnato in qualche modo il mio percorso, ma sintetizzo dicendo che il cantautorato italiano è un mio punto di riferimento.
 
In che modo nasce una tua canzone?
Non ho un modo preciso perché sono le suggestioni a regalarmi qualche volta una melodia, qualche altra volta una frase testuale. Sicuramente mescolo più velocemente possibile le due parti per renderle sorelle sin da subito, darsi tempo di conoscersi e amarsi, come nella vita reale insomma. Sono autore ma anche compositore e per entrambe le strade ho fatto degli studi precisi. A livello emotivo però posso affermare che ogni brano nasce dall’esigenza di raccontare, di raccontarsi soprattutto.
 
Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo?
Stendhal nasce dal bisogno di esprimere una mia sofferenza pur vivendo una bellezza assoluta, un’opera d’arte insomma. È una canzone introspettiva che vuole lasciare tanto spazio a chi l’ascolta perché ho la certezza che possa assumere una forma sempre diversa in base al proprio vissuto, alle proprie esperienze. Stendhal mostra apparenze e sostanze, fonde il bianco con il nero senza ottenere il grigio, piuttosto offrendo tutta la tavolozza di colori possibili. È una canzone stratificata che lascia una scelta: decidere quanto scavare al suo interno e quale emozione portare fuori.
 
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo singolo?
Spero che chi lo ascolti parta dal desiderio di non aspettarsi nulla, perché la canzone deve far suscitare qualcosa di secondo in secondo, di frase in frase. Ho ricevuto molti feedback emotivi completamente diversi e sono felicissimo di questo! Una canzone che dice già tutto a chi serve? Sicuramente un cantautore lascia spazio al suo ego e alle sue idee e di questo ne sono ampiamente convinto e d’accordo, ma deve soprattutto rendere libero l’ascoltatore non soltanto di potersi ambientare nel mondo altrui ma di ritrovarsi nel proprio. Stendhal è libertà e la libertà non può partire da un’aspettativa che è già un limite.
 
Ci sono altri progetti o canzoni che stai lavorando al momento o che hai in programma per il futuro?
Tanta è la carne al fuoco! Il singolo è solo la punta dell’iceberg di un concept album che uscirà in pillole nei prossimi mesi, ma intanto sto lavorando a tanti nuovi progetti. Il 2024 vorrei fosse il mio anno di consacrazione artistica tra concerti e pubblicazioni, darò davvero tutto quello che posso per farmi conoscere ma soprattutto ascoltare. Per questo vi ringrazio sin da ora!

 

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