Freak Show presentano “Misty Soul”: “Aspirare a godersi l’attimo, senza pensieri”

set 15, 2022 0 comments

Oggi vi parliamo dei Freak Show, che hanno di recente pubblicato “Misty Soul”, un brano che descrive il desiderio di vivere il momento senza troppi pensieri. Godersi l’attimo, magari con la persona che più ti interessa, e divertirsi in un mix di attrazione e chimica. Una sorta di sogno che si vuol far diventare realtà, “sempre di più”.

Abbiamo intervistato la band per conosce meglio e scoprire i loro progetti.


Come inizia il percorso artistico dei Freak Show?
In maniera abbastanza classica: rispondendo ad un annuncio. Bologna ha una scena musicale piuttosto ricca ed è facile formare una band, i musicisti abbondano. La cosa difficile è trovare quelli che condividono la passione per la black music, nelle sue svariate forme. Noi siamo stati fortunati e, pur arrivando da esperienze diverse, musicalmente amiamo gli stessi artisti, o quasi.
 
Perché avete deciso di chiamarvi Freak Show?
La musica che facciamo oggi non è uguale a quella degli inizi: sette anni fa, nei primi tempi, il sound non era ancora ben definito ed erano palesi influenze diverse. A volte si creavano delle canzoni che erano un’accozzaglia di generi e il risultato era piuttosto confuso. Noi abbiamo sempre utilizzato Freak Show proprio con questa accezione: un “mescolone” di suoni dal quale bisogna estrarre qualcosa di buono. E ogni tanto ci riusciamo.
 
Da poco è uscito il vostro ultimo singolo dal titolo “Misty Soul”. Come è nato? C’è stato un evento particolare che vi ha portato a comporre questo brano?
Nessun evento in particolare, no. Il nucleo di Misty Soul è nato in sala prove mentre improvvisavamo. Ci è capitato spesso di suonare a ruota libera e carpire qua e là delle idee che poi salviamo e lavoriamo a posteriori, nel nostro “laboratorio”. Questo brano in particolare ha richiesto un po’ di tempo, nella sua gestazione, dall’idea alla produzione finale. A volte succede: Old Disco, il nostro precedente singolo, fu terminata in un quarto d’ora; Misty Soul ha richiesto mesi. Ovviamente non è un percorso costante: ci sono delle accelerazioni, nei giorni in cui sei ispirato, e rallentamenti con sindrome da foglio bianco, nei giorni in cui non lo sei.
 
Il brano farà parte di un disco?
Nell’epoca della musica liquida, il concetto di album pare superato. Da un lato è un bene perché permette di abbattere drasticamente i costi di produzione, dall’altro si perde il piacere di toccare un oggetto fisico, di leggere le curiosità, vedere le foto, ecc. D’altra parte, la tecnologia va avanti e, volenti o nolenti, tutti noi ci adattiamo alle metamorfosi.
 
Il singolo è accompagnato dall’uscita del videoclip. Raccontateci qualche aneddoto.
L’abbiamo girato in giugno, in uno dei giorni più caldi dell’estate più calda che io ricordi. Per esigenze di regia, inoltre, dovevamo tenere tutto chiuso e la sofferenza è stata tanta. Tra una “take” e l’altra, grondanti di sudore, ci asciugavamo sommariamente il viso e le braccia, per non risultare lucidi nel video finale.
 
Qual è la soddisfazione più grande che avete ottenuto finora?
Il riconoscimento del valore del progetto da parte degli addetti ai lavori e dei colleghi musicisti. Certo, anche gli apprezzamenti degli amici fanno molto piacere, non c’è dubbio. Ma ancora di più da parte di chi sa quanto lavoro, tempo, dedizione e testardaggine c’è dietro ogni singola canzone. Un’altra grande soddisfazione è scoprire che al pubblico non piace una canzone in particolare: ci sono quelli che amano la potenza di Stand Up, chi la dance di Old Disco e chi ha apprezzato maggiormente quest’ultimo singolo, Misty Soul. Significa che le canzoni sono di qualità simile e non ce n’è una che svetta nettamente sulle altre, se non per gusti personali. Bella soddisfazione, no?
 
Qualche novità che volete condividere in anteprima con noi?
Stiamo finendo un pezzo in italiano, il primo che facciamo. A noi suona bene, siamo (forse) riusciti a far convivere il groove con la nostra lingua, compito parecchio arduo dato che l’italiano possiede parole più lunghe dell’inglese, e quindi più difficili da inserire in una melodia. Anche gli accenti sono diversi, cadono spesso sulla penultima sillaba e sono difficili da gestire. È stata dura ma sembra che ce l’abbiamo fatta. Vedrà la luce presto.
 

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