Con “Ostaggio”, Ibrido torna con un singolo che mescola pop, rock, rap e cantautorato, ma non si ferma al suono. A dare ulteriore forza al brano è un videoclip ispirato all’universo di James Bond, ambientato tra inseguimenti notturni, scene d’azione e un ex ospedale abbandonato. Un progetto ambizioso, che nasce da un’idea precisa e prende forma come un vero e proprio cortometraggio cinematografico.
Dalle atmosfere cupe alle riprese in condizioni estreme, “Ostaggio” racconta una lotta – esterna ma anche interna – che trova nella messa in scena fisica il riflesso di un conflitto emotivo più profondo. Ne abbiamo parlato con l’artista, che ci ha raccontato aneddoti, ispirazioni e tutto il dietro le quinte di questa esperienza.
Da dove nasce l’idea di legare il videoclip di “Ostaggio” a un immaginario alla James Bond?
Avevo appena finito di scrivere il testo della canzone e una sera, guardando Spectre con Daniel Craig, ho avuto l’ispirazione.
Mi sono chiesto se avrebbe avuto senso partire dal titolo della canzone per creare un videoclip in stile cinema d’azione.
Così mi sono messo al lavoro e ho iniziato a scrivere nero su bianco diverse idee per lo storytelling.
Com’è stato girare di notte in location così particolari, come l’ex ospedale abbandonato?
Parecchio impegnativo dal momento in cui le scene sono state girate su 3 piani di edificio.
Abbiamo fatto diverse perlustrazioni ed è stato complicato, avevamo solo le torce dei telefoni a portata di mano prima che arrivasse l’attrezzatura.
Di base eravamo nel buio più totale e i generatori erano la nostra unica fonte di luce.
Piccolo aneddoto , senza farlo apposta siamo capitati nell’unico ospedale dove sono stato operato 15 anni fa, tornarci e ritrovarlo in quelle condizioni è stato impressionante.
Hai partecipato attivamente anche alla scrittura della trama?
L’idea è partita da me. In un secondo momento, ho sviluppato la stesura completa assieme al videomaker, per curare ogni dettaglio e assicurarci di avere le idee chiare anche a livello organizzativo.
Qual è stata la scena più complessa da girare e perché?
Tutto il video ha richiesto un impegno fisico e mentale non indifferente: 25 ore e mezza di girato in due province con circa 15 attori e diversi mezzi per le scene degli inseguimenti.
Inoltre avendo filmato in pieno inverno, è stata parecchio dura sopportare le basse temperature e girare in notturna.
Era necessaria una preparazione fisica per rendere credibili le scene di combattimento e, assieme al maestro di arti marziali Alessio Bernazzani, abbiamo studiato diverse mosse e prese per alzare il livello.
Pensi che l'azione e la lotta nel video siano una metafora anche della tua battaglia interiore?
Senza dubbio.
Neanche farlo apposta progetto ha preso forma restando coerente sotto ogni punto di vista.
Non è scontato quando si lavora a un video che ha un concept diverso rispetto alla canzone.