“L’ultima volta”: il nuovo singolo degli Heute Nebel racconta la dipendenza come eterna ripartenza

apr 11, 2025 0 comments
 

Con “L’ultima volta”, gli Heute Nebel tornano a esplorare l’oscurità dell’animo umano, focalizzandosi sul tema delle dipendenze. Il brano, intenso e stratificato, porta l’ascoltatore in un viaggio emotivo che si muove tra ribellione, resa e amara consapevolezza.

L’inizio racconta la trappola mentale dell’“ultima sigaretta”, simbolo di una dipendenza che promette sempre una fine che non arriva mai. Il protagonista si ribella, si infuria, ma resta incastrato. Poi, con un cambio di registro, arriva l’alcol, che diventa rifugio e gabbia insieme. C’è qualcosa di profondamente umano in questa fragilità che si lascia abbracciare, come se proprio nella debolezza si potesse trovare un senso, una verità.

Il cerchio si chiude con una frase che pesa come un mantra: si cade, si riparte. Ma ogni ripartenza ha il sapore di un ritorno al punto di partenza. Gli Heute Nebel firmano un brano cupo ma necessario, capace di raccontare senza giudicare, di descrivere senza edulcorare. Una testimonianza sincera e potente sulla natura ciclica della dipendenza. 
 
Dagli esordi punk all’attuale direzione stoner/hardcore: che tipo di evoluzione musicale avete vissuto e come vi rappresenta oggi?
Questa evoluzione è frutto della partecipazione e della libertà… mi spiego: All’inizio io (Lorenzo, bassista) volevo fare un gruppo punk/Hc e siamo partiti con i pezzi che portavo da casa e arrangiavamo in sala prove. Col tempo ci sentivamo un po’ chiusi a fossilizzarci su un genere e ognuno ha iniziato a portare il proprio contributo alla scrittura dei brani. Ora, testi a parte che scrivo da solo, i nostri pezzi nascono da improvvisazioni in sala prove… e questo rende i pezzi “di tutti”.
 
Quanto ha influito l’ingresso di nuovi membri, in particolare Silvia e Giacomo, nel ridefinire la vostra identità sonora?
Del trio iniziale  sono l’unico superstite, quindi ogni nuovo ingresso ha portato nuove influenze: Alessandro (attuale batterista) è stato quello che ha spinto maggiormente nella direzione stoner mischiandolo con le mie influenze punk/hc. Silvia (cantante) mi ha permesso di svincolarmi dal cantare mentre suonavo il basso e questo apre a più possibilità. Giacomo (chitarrista) è un nuovissimo ingresso e sta portando una ventata incredibile di novità e di nuove possibilità che non vediamo l’ora di esplorare.
 
La lavorazione del vostro LP è stata lunga e travagliata. Che tipo di maturazione ha comportato per voi come band?
Eh… è stata una bella Odissea! Sicuramente ora siamo meno allo sbaraglio rispetto a quando abbiamo iniziato a registrare; ci sentiamo più compatti e “pronti”! Come ogni esperienza travagliata è arricchente perché ti porta a conoscere i tuoi limiti e i tuoi punti di forza. Io e Alessandro (batterista), ad esempio, abbiamo scoperto di avere una splendida intesa e di sentirci molto forti come sezione ritmica. Ci divertiamo anche di più ora perché sentendoci più forti abbiamo meno paure.
 
Come convivono le vostre diverse influenze musicali nella scrittura collettiva dei brani?
Credo sia il nostro bello…l’essere così sfaccettati. Abbiamo anche la fortuna di essere tendenzialmente molto pacifici nel trovare una quadra ed è raro che qualcuno si impunti. Proviamo diverse versioni dei giri che vengono fuori, diverse soluzioni di ritmo, timbro ecc… e quella che ci convince alla fine vince. È successo che qualcuno di noi non fosse convinto anche per molto tempo di alcune soluzioni, poi per fortuna suonando i brani ci siamo entrati dentro e le perplessità sono state dissipate.
 
Pensate che “L’ultima volta” sia una sintesi del vostro percorso finora o un punto di partenza per qualcosa di nuovo?
“L’ultima volta”, come ogni nostro brano, è un tassello fondamentale per il nostro percorso: ci dice qualcosa di quello che siamo stati e di quello che potremmo essere di nuovo. Non ci piace darci delle direzioni da seguire. Col tempo abbiamo imparato che la formula che funziona per noi è quella di non incasellarci dentro ad un genere ma suonare quello che ci va di suonare. Noi abbiamo pochi paletti che ci siamo posti: scuotere, pochi fronzoli e dare importanza ai testi… per il resto va bene tutto!

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