Timothy Cavicchini: l’anima rock dietro il nuovo singolo “Guido”

dic 4, 2024 0 comments

Timothy Cavicchini, voce graffiante e anima rock, torna a conquistare la scena musicale con il suo nuovo singolo “Guido”. Un brano che si allontana dalle logiche di mercato per raccontare un’emozione pura e universale, attraverso un sound autentico e una scrittura intima e riflessiva.

In questa intervista, Timothy ci racconta il suo percorso musicale, dalla passione nata tra le mura del conservatorio alla maturità artistica che oggi lo vede al centro di un panorama musicale personale e sincero. Con radici che affondano nelle influenze grunge e rock degli anni ’90, il cantautore ci svela il processo creativo dietro le sue canzoni, il legame speciale con il nuovo singolo e i suoi progetti futuri.

Tra introspezione e genuinità, Cavicchini non smette di ispirare con la sua musica, dimostrando che l’autenticità è la chiave per connettersi davvero con il pubblico. E con “Guido”, promette un viaggio emotivo che lascia spazio alla riflessione e, forse, al cambiamento.

Ciao Timothy, com’è nata la tua attitudine verso la musica?
La passione è nata in conservatorio, quando ero ragazzino. Però la “chiamata” vera e propria è arrivata solo da adulto. Ho sempre pensato di dover raggiungere una certa indipendenza personale prima di dedicarmi completamente alla musica. Vivo da solo da sempre, e questo ha influenzato il mio percorso.

A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Per molto tempo sono stato condizionato più dalle tendenze che dai miei veri artisti di riferimento. Cercavo sempre un compromesso, ma spesso finivo per non piacermi e non adattarmi né alle mode né alle classifiche. Oggi è diverso: se sento un mio brano in radio, alzo il volume. Mi piace il suono delle chitarre calde, del basso corposo, delle batterie semplici ma incisive – tutto rigorosamente autentico.
Le mie radici musicali sono nell’acustica dell’MTV Unplugged dei Nirvana, nelle batterie potenti dei Soundgarden e nei bassi esplosivi alla Rage Against The Machine.

In che modo nasce una tua canzone?
In modo molto naturale. Parto dal concetto che voglio esprimere, scrivo un testo che non deve per forza essere musicale ma coerente con il tema. Poi mi siedo al pianoforte per piacere, e quando trovo una sequenza di accordi che mi piace, inizio a scrivere un testo ad hoc. Lo rivedo e rifinisco fino all’ultimo momento, anche poco prima di registrare.

Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo?
Guido è nato dalla penna di Michele Castellana (Ti rubo gli occhi). Il concetto è stato rielaborato nel tempo, ma il testo non è stato modificato troppo. Guido è un racconto intimo, non aveva bisogno di essere ostentato. È una canzone malinconica ma piacevole all’ascolto e nella resa visiva del video. Non lascia un sapore amaro, ma ti invita, se vuoi, a correggere il tiro.

Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo singolo?
Il mio obiettivo è scrivere musica che ispira, fa riflettere e apre gli occhi, ma che sia anche piacevole da ascoltare e cantare. Non mi interessano le classifiche: non mi importavano a vent’anni, figurarsi ora.

Hai già in programma concerti e date live?
Non mi fermo mai. Finché la salute mi assiste, continuerò a suonare. Tengo una media di circa 120 live all’anno, per restare “allenato” – scherzo, ma la verità è che amo esibirmi dal vivo.

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