Abbiamo avuto il piacere di intervistare i Drop Circles in occasione dell’uscita del loro nuovo singolo 'Disarmonica'. Questo brano racconta il desiderio di libertà, che diventa più urgente e impellente quanto più la gabbia si stringe. È disarmonico perché non è in armonia con le circostanze che 'spezzano le gambe', e irrompe con un riff ridondante e martellante.
Con noi Sergio 'Lestone', il bassista del gruppo, che ha rilasciato l'intervista.
Ciao Drop Circles, potete raccontarci un po' della vostra storia? Come è nato il gruppo?
Ciao! I Drop Circles sono nati a Firenze nel 2011 dalle ceneri di altre bands fiorentine. Si trattava di realtà musicali, ma soprattutto relazionali, vivide: gruppi di amici prima ancora che di musicisti e loro supporters. Dallo stesso gruppo di amici venivano Andrea “Ceppo” Toscani (voce e chitarra) e Valerio “Gandalf” Mastrantonio che si sono trovati a mettere su una nuova band che pagasse il giusto tributo agli anni che li avevano visti adolescenti, quegli anni ’90 dell’esplosione del grunge, del crossover, del nu-metal, dell’indie-rock. La line-up era poi stata completata da un'altra presenza fissa delle serate all’insegna del rock, Alessandro “Nella” Antonelli (chitarra) e dal bassista Luca Vitali.
Dopo i primi live, l’anno successivo il gruppo è entrato in studio per registrare il suo primo ep, Nameless. Gli anni sono trascorsi velocemente, accompagnati da tanti live, dalla scrittura di nuovo materiale e dall’entrata nel gruppo di un nuovo chitarrista (Simone “Simo” Cariello) e di un nuovo bassista (Sergio “Lestone” Trotta – che vi sta rispondendo). Nel 2019 abbiamo inciso un nuovo ep, frutto del lavoro di composizione portato avanti durante gli 8 anni di vita del gruppo e alzato un po’ l’asticella dei live, cosa che ci ha portato negli ultimi anni ad aprire per artisti del calibro di Marlene Kuntz, Punkreas, Manuel Agnelli.
Il periodo pandemico è coinciso con una nuova fase feconda dal punto di vista compositivo: abbiamo in fase di finalizzazione 5-6 pezzi che non vediamo l’ora di farvi ascoltare! Disarmonica è solo il primo!
Ciao! I Drop Circles sono nati a Firenze nel 2011 dalle ceneri di altre bands fiorentine. Si trattava di realtà musicali, ma soprattutto relazionali, vivide: gruppi di amici prima ancora che di musicisti e loro supporters. Dallo stesso gruppo di amici venivano Andrea “Ceppo” Toscani (voce e chitarra) e Valerio “Gandalf” Mastrantonio che si sono trovati a mettere su una nuova band che pagasse il giusto tributo agli anni che li avevano visti adolescenti, quegli anni ’90 dell’esplosione del grunge, del crossover, del nu-metal, dell’indie-rock. La line-up era poi stata completata da un'altra presenza fissa delle serate all’insegna del rock, Alessandro “Nella” Antonelli (chitarra) e dal bassista Luca Vitali.
Dopo i primi live, l’anno successivo il gruppo è entrato in studio per registrare il suo primo ep, Nameless. Gli anni sono trascorsi velocemente, accompagnati da tanti live, dalla scrittura di nuovo materiale e dall’entrata nel gruppo di un nuovo chitarrista (Simone “Simo” Cariello) e di un nuovo bassista (Sergio “Lestone” Trotta – che vi sta rispondendo). Nel 2019 abbiamo inciso un nuovo ep, frutto del lavoro di composizione portato avanti durante gli 8 anni di vita del gruppo e alzato un po’ l’asticella dei live, cosa che ci ha portato negli ultimi anni ad aprire per artisti del calibro di Marlene Kuntz, Punkreas, Manuel Agnelli.
Il periodo pandemico è coinciso con una nuova fase feconda dal punto di vista compositivo: abbiamo in fase di finalizzazione 5-6 pezzi che non vediamo l’ora di farvi ascoltare! Disarmonica è solo il primo!
Come descrivereste il vostro stile musicale e quali sono le vostre principali influenze?
Il nostro stile sposa in pieno il “motto” dei Nirvana “personal liberation through intense music”: se fossimo tutte e tutti più liberi (di fare rumore, di vestirci e acconciarci come ci pare, al di là di quello che impone il mercato, di essere “maleducati”, di essere creativi) saremmo tutte e tutti più felici, su questo non c’è alcun dubbio. Il nostro sound vorrebbe seguire il filo che unisce il grunge degli esordi – quel collettivo seminale che furono i Mother Love Bone e i Green River, dalle cui ceneri nacquero poi i Pearl Jam – al nu-metal degli Incubus e al crossover dei Rage Against the Machine. Tutto questo però privilegiando la lingua italiana per i nostri pezzi: un’autentica sfida!
Il nostro stile sposa in pieno il “motto” dei Nirvana “personal liberation through intense music”: se fossimo tutte e tutti più liberi (di fare rumore, di vestirci e acconciarci come ci pare, al di là di quello che impone il mercato, di essere “maleducati”, di essere creativi) saremmo tutte e tutti più felici, su questo non c’è alcun dubbio. Il nostro sound vorrebbe seguire il filo che unisce il grunge degli esordi – quel collettivo seminale che furono i Mother Love Bone e i Green River, dalle cui ceneri nacquero poi i Pearl Jam – al nu-metal degli Incubus e al crossover dei Rage Against the Machine. Tutto questo però privilegiando la lingua italiana per i nostri pezzi: un’autentica sfida!
La vostra lineup è stabile dal 2016. Come hanno influenzato i cambiamenti di formazione il vostro sound?
Domanda molto azzeccata: gli attuali chitarrista e bassista, entrati in formazione nel biennio 2014- 2016 hanno segnato una rottura piuttosto marcata rispetto ai loro predecessori a livello di sound: se la chitarra di Nella era scura e ossessiva, quella di Simo è molto più chiara e presente, senza rinunciare alla potenza e al calore ardente del suono dei Guns’n Roses targato Slash. Anche il sound del basso è cambiato molto: mi piace tirare fuori dal mio fido quattrocorde un suono ruggente – diverso dalle tonalità quasi funky dell’ex bassista Luca, appuntito ma non freddo e caratterizzato da ritmiche ipnotiche alla Justin Chancellor dei Tool.
Domanda molto azzeccata: gli attuali chitarrista e bassista, entrati in formazione nel biennio 2014- 2016 hanno segnato una rottura piuttosto marcata rispetto ai loro predecessori a livello di sound: se la chitarra di Nella era scura e ossessiva, quella di Simo è molto più chiara e presente, senza rinunciare alla potenza e al calore ardente del suono dei Guns’n Roses targato Slash. Anche il sound del basso è cambiato molto: mi piace tirare fuori dal mio fido quattrocorde un suono ruggente – diverso dalle tonalità quasi funky dell’ex bassista Luca, appuntito ma non freddo e caratterizzato da ritmiche ipnotiche alla Justin Chancellor dei Tool.
Avete calcato numerosi palchi in Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, e siete arrivati in finale al SanremoRock 2021. Quali sono state le vostre esperienze più significative?
Dal 2021 in poi ci si sono aperte porte veramente inaspettate e abbiamo fatto esperienze emozionanti. Personalmente ho vissuto come “punti di arrivo” le aperture ai Marlene Kuntz di giugno 2023 e a Manuel Agnelli di settembre dello stesso anno, la prima perché la band cuneese è forse fra quelle italiane quella che mi ha emozionato e mi emoziona ancora maggiormente, la seconda perché Manuel è Manuel e condividere il retropalco e l’aftershow con lui è un’esperienza da veri rocker. Peraltro lui è una persona incredibilmente tranquilla e alla mano, è stata veramente una sorpresa conoscerlo.
Dal 2021 in poi ci si sono aperte porte veramente inaspettate e abbiamo fatto esperienze emozionanti. Personalmente ho vissuto come “punti di arrivo” le aperture ai Marlene Kuntz di giugno 2023 e a Manuel Agnelli di settembre dello stesso anno, la prima perché la band cuneese è forse fra quelle italiane quella che mi ha emozionato e mi emoziona ancora maggiormente, la seconda perché Manuel è Manuel e condividere il retropalco e l’aftershow con lui è un’esperienza da veri rocker. Peraltro lui è una persona incredibilmente tranquilla e alla mano, è stata veramente una sorpresa conoscerlo.
Parliamo del vostro nuovo singolo, "Disarmonica". Cosa potete dirci su questo brano?
Disarmonico è il desiderio di libertà che diventa più urgente e impellente quanto più la gabbia si restringe, disarmonico perché non è in armonia con le circostanze che spezzano le gambe, e rompe, irrompe come il riff ridondante e martellante del brano.
Abbiamo scritto questo pezzo durante la pandemia. Per molti musicisti è stato un periodo di rinnovata fecondità artistica, in parte data dalle circostanze drammatiche, in parte dal forzato isolamento e - perché no? - dal tempo da “riempire”. Eppure, nonostante un improvviso vuoto di cui forse c’era bisogno, durante la pandemia molte e molti di noi hanno sperimentato una sensazione di claustrofobia, di libertà negata. Da questo sottobosco mentale è nata Disarmonica. Un ennesimo, barbarico grido di libertà.
Disarmonico è il desiderio di libertà che diventa più urgente e impellente quanto più la gabbia si restringe, disarmonico perché non è in armonia con le circostanze che spezzano le gambe, e rompe, irrompe come il riff ridondante e martellante del brano.
Abbiamo scritto questo pezzo durante la pandemia. Per molti musicisti è stato un periodo di rinnovata fecondità artistica, in parte data dalle circostanze drammatiche, in parte dal forzato isolamento e - perché no? - dal tempo da “riempire”. Eppure, nonostante un improvviso vuoto di cui forse c’era bisogno, durante la pandemia molte e molti di noi hanno sperimentato una sensazione di claustrofobia, di libertà negata. Da questo sottobosco mentale è nata Disarmonica. Un ennesimo, barbarico grido di libertà.
Quali sono i vostri piani futuri dopo l'uscita di "Disarmonica"?
A brevissimo (roba di giorni) uscirà il videoclip di Disarmonica! Il video, opera di un nostro carissimo amico e Drop supporter della prima ora, Daniele “Pinko” Drovandi, racconta l’essenza dello spirito Drop: un gruppo di amici che si trovano e passano il tempo celebrando il rito del rock in sala prove. E poi Disarmonica è solo il Capitolo 1 (per autocitarci) di una nuova narrazione musicale che prenderà vita in autunno, ancora non sappiamo se in forma di ep o di album, grazie anche alla collaborazione di realtà importanti della scena musicale. Aspettatevi novità!
A brevissimo (roba di giorni) uscirà il videoclip di Disarmonica! Il video, opera di un nostro carissimo amico e Drop supporter della prima ora, Daniele “Pinko” Drovandi, racconta l’essenza dello spirito Drop: un gruppo di amici che si trovano e passano il tempo celebrando il rito del rock in sala prove. E poi Disarmonica è solo il Capitolo 1 (per autocitarci) di una nuova narrazione musicale che prenderà vita in autunno, ancora non sappiamo se in forma di ep o di album, grazie anche alla collaborazione di realtà importanti della scena musicale. Aspettatevi novità!