Simon Cole: parlando del panico, parlando di un disco

mar 24, 2023 0 comments
 

Esordio per il cantautore alessandrino Simon Cole, un progetto davvero interessante che affida alle nuove forme del pop - ampiamente ancorate dentro stilemi classici del rap e dell’hiphop, una narrazione privata e introspettiva. L’ansia, il male oscuro degli attacchi di panico, un modo di immergersi nell’io più intimo e privato. Tutto questo in un disco dal titolo didascalico come “Panico” ricco anche di un docufilm che troviamo in rete. C’è un mondo dentro le righe di questo lavoro digitale, un modo che tanto potrebbe appartenere a tanti di noi. Per questo immergiamoci per saperne di più…
 
Ci piace moltissimo il comparto video e foto che regna dietro questo disco. Un lavoro curato nei minimi dettagli. In genere non si vede nelle produzioni d’esordio… che significa e che valore ha tutto questo per te?
Credo che uno dei miei punti forti stia proprio qui. Io non vedo e non tratto il mio progetto musicale come un progetto emergente, un lavoro da principianti. Considero la musica la forma d'arte più alta e preziosa che ci sia e la tratto di conseguenza. Ho messo in questo progetto lo stesso impegno e lo stesso amore che contraddistinguono le fasi di creazione dei progetti più importanti al mondo.
 
I colori mancano. Ha un senso stretto legato al tema del disco immagino… l’introspezione in qualche modo è priva di luce?
La scelta del bianco e nero è legata al fatto di voler mostrare agli ascoltatori come vedo il mondo dall'arrivo del panico nella mia vita.

 
Nel suono hai rispettato tante scuole classiche. Anche tanti arrangiamenti ed effetti prendono spunto dal mondo classico del rap e dell’HipHop commerciale. Invece di personale e di unico, cosa hai ricercato? Io in realtà considero personale e unico l'intero progetto. Non credo che l'utilizzo di un Pitch sulla voce sia sufficiente per racchiudere questo progetto nel box del Rap, quando chiaramente non ne fa parte. Il sound di “Panico” è unico e ha raccolto influenze da svariati generi dando vita al suono che cercavo, il mio suono. 

Bellissima anche la copertina. E qui ci sarebbero mille domande: la posizione fetale, l’acqua, un senso di ritorno al nascita… Io l’ho anche letta come chiusura al mondo in realtà. Sono fuori pista? 
La copertina rappresenta esattamente come mi sono sentito nei periodi più difficili dove il panico aveva controllo totale su di me e sulla mia vita. Sommerso dall'acqua, senza aria, spaventato, infreddolito, tremante e perso nell'oscurità. Vi ringrazio per aver ascoltato la mia voce, a presto.
 

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