Davide De Luca: “Mi lascio ispirare dalla quotidianità”

gen 12, 2023 0 comments

Davide De Luca è un cantante, musicista e cantautore di Lecce, Italia. Comincia a studiare canto e chitarra all'età di 10 anni e già nel 2013 arriva in Finale nei Grandi Festival Italiani a Santa Teresa di Gallura in Sardegna con il suo brano inedito "Caro Nino". A settembre del 2015 partecipa alla finale del Cantagiro a Guidonia con il suo inedito "15 anni", vincendo il premio Little Tony e venendo inserito nella compilation del Cantagiro, uscita nel febbraio 2016. Ad ottobre 2016 entra a far parte di Locomotive Giovani frequentando i workshop e vincendo ad agosto 2018 una borsa di studio per i seminari di Nuoro Jazz. Dal 2018 al 2021 frequenta il conservatorio Nino Rota di Monopoli, dove ad ottobre 2021 consegue la laurea triennale in Canto Jazz. Nel 2018 viene selezionato da Musicultura tra oltre 800 candidati, partecipando alle audizioni live il 16 febbraio a Macerata. Ad agosto 2019 apre il concerto di Daniele Silvestri a San Cataldo. Nel 2021 entra a far parte dell'etichetta discografica Dadaismo di Deleterio e Morgan While, portando avanti sia un progetto con il trio musicale Noirs, sia un progetto personale di cantautorato con il quale esordisce pubblicando il suo primo singolo dal titolo "Tutto Torna" prodotto da Andrea Rossetti. A marzo 2022 pubblica il suo secondo singolo “Una via d’uscita” distribuito da Artist First. Il 3 giugno dello stesso anno esce con il suo terzo singolo, un brano soul lounge estivo intitolato “Paradise”, prodotto dal poli-strumentista Filippo Bubbico.
Da settembre 2022 frequenta il master di Canto Jazz presso il Conservatorio di Amsterdam.
 
Il cantautore ci racconta il suo ultimo singolo “Amo quelle cose”.
 
Che rapporto hai con la musica e quali difficoltà hai incontrato durante l’inizio del tuo percorso artistico?
A casa mia la musica ha sempre fatto da protagonista. Mio padre è un cantante e chitarrista, oltre che un grande appassionato e collezionista di dischi in vinile. Da quando ero piccolo ho sempre ascoltato la musica provenire dal garage di casa dove lui insieme alla sua band erano soliti suonare brani anni 70/80 dei Pink Floyd, dei Genesis, dei Toto ecc..                                                 
A 10 anni ho cominciato a scrivere le mie prime canzoni, così trovavo il modo di esprimere quei sentimenti più profondi che spesso mi vergognavo a mettere a nudo, e da quel momento non ho più smesso.
 
Probabilmente la difficoltà più grande è stata quelle di misurarsi con realtà sbagliate come quelle dei concorsi di canto. Di sicuro mi è servito tanto perché mi ha abituato a stare sul palco e ad avere a che fare con il pubblico, ma è capitato spesso che i miei brani non venivano capiti o apprezzati solo perché appartenenti ad un genere considerato complesso.
 
Quale è stata la tua musica di riferimento?
Da bambino sono cresciuto ascoltando la musica soul di Stevie Wonder, poi crescendo mi sono avvicinato di più al genere funky cominciando a venerare i brani di Jamiroquai. Durante la mia adolescenza ho iniziato ad appassionarmi alla musica R&B, in particolare dopo che il mio maestro di canto Stefano Luigi Mangia mi ha fatto ascoltare un brano di Craig David intitolato “Walking away”. Imparando e ripetendo a memoria i suoi brani ho imparato ad eseguire i cosiddetti “runs” con la voce, cercando di perfezionarli sempre di più durante le mie esibizioni live. Un altro artista che ho da sempre venerato è stato Bruno Mars, una delle voci più belle e potenti dei nostri giorni. In questa fase della mia vita mi sono avvicinato molto alla musica neo-soul del pianista Robert Glasper e alla musica Soul Lounge di artisti come Free Nationals o Anderson Paak.
 
Cosa ti ispira nella stesura dei testi?
Mi lascio ispirare dalla quotidianità, in modo da essere il più onesto trasparente possibile con chi mi ascolta.
 
Con chi vorresti collaborare ad oggi?
Mi piacerebbe collaborare con Ghemon o con Davide Shorty, sono artisti che apprezzo e con cui mi piacerebbe molto collaborare. Mi rispecchio molto nel loro sound.
 
Cosa ti spinge a trasformare la tua passione in qualcosa di più iniziando a scrivere canzoni?
Il fatto che una persona qualsiasi possa riconoscersi in quello che scrivo mi fa sentire parte della loro stessa vita. Tramite la mia musica e quella degli altri capisco che per quanto diversi viviamo tutti situazioni o emozioni che si assomigliano fra loro.
 
Ci parli di come è nato il tuo nuovo singolo “Amo quelle cose”?
Nel febbraio 2022 ricevo un messaggio da parte della mia prof di canto Michela Lombardi in cui mi dice che una signora danese, chiamata Mürvet Sahin, è alla ricerca di un cantante italiano che possa interpretare questa versione italiana della canzone “Holder af de ting”, un brano danese cantato da Regner Egekvist e presentato all’eurovision song contest del 1984. Benché il brano non ebbe un gran successo all’epoca, rimase comunque nella testa e nel cuore di Mürvet, che era decisa a realizzare un arrangiamento moderno del brano tradotto in lingua italiana. La storia e lo stile del brano mi rapirono da subito, quindi entrai in contatto con Mürvet, la quale aveva già ascoltato la mia voce nel mio primo singolo pubblicato “Tutto torna” e ne era rimasta piacevolmente sorpresa. Mi mise quindi in contatto con il produttore danese Søren Bundgaard, con il quale, dopo aver realizzato varie versioni demo del brano a distanza, decidemmo di registrare le voci nel suo studio in Toscana. Riportare alla luce un brano altrimenti dimenticato, sotto una veste ed uno stile più moderno, ci ha fatto sentire ancor di più la necessità di dare il nostro massimo per realizzare un brano che potesse essere apprezzato a livello internazionale
 
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando già al prossimo singolo che si chiama “Amsterdam” e che probabilmente uscirà nel periodo di febbraio/marzo. Inoltre, quest’anno vorrei uscire con il mio primo album/EP. Ho tanti brani ancora fermi che vorrei far uscire allo scoperto, speriamo di farlo quanto prima.


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