Con Blu, Alice Blasi prosegue il suo percorso artistico all’insegna della sottrazione e dell’autenticità. Il nuovo singolo si muove su coordinate emotive essenziali, dove la melodia accompagna parole intime e dirette, lasciando spazio a un racconto che nasce dalla fragilità e si trasforma in consapevolezza.
“Blu” è un brano che non cerca l’effetto, ma la verità: una canzone che vive di atmosfera, di presenza, di interpretazione. Anche il videoclip rafforza questa dimensione, mettendo al centro il corpo e lo sguardo come strumenti narrativi, in una continuità naturale tra musica e immagine.
“Blu” è un brano che non cerca l’effetto, ma la verità: una canzone che vive di atmosfera, di presenza, di interpretazione. Anche il videoclip rafforza questa dimensione, mettendo al centro il corpo e lo sguardo come strumenti narrativi, in una continuità naturale tra musica e immagine.
In questa intervista per Reframe, Alice Blasi si racconta partendo dalle sue radici musicali, dal rapporto viscerale con la chitarra e da un’idea di presenza scenica legata all’essere sinceri, anche nelle imperfezioni. Un dialogo che restituisce il profilo di un’artista attenta alla semplicità, ai testi spontanei e alla forza delle emozioni, elementi destinati a rimanere il fulcro della sua identità musicale.
Quali artisti hanno influenzato il tuo modo di intendere la melodia e l’interpretazione?
Sono molteplici gli artisti che hanno influenzato il mio mondo artistico.
Ho cominciato a cantare tra le note di Amy Winehouse e dei The Cure affascinata dalla scrittura di artisti come Cesare Cremonini o Pino Daniele.
Mi piace molto il mondo Indie di Gazelle, Legno, Fulminacci o Levante.
Insomma sarebbe difficile sceglierne pochi!
Com’è il tuo rapporto con la chitarra oggi rispetto a quando hai iniziato?
La chitarra é lo strumento che mi ha introdotta in questo mondo musicale,
é un po’ la mia compagna e passo dopo passo comincio ad apprezzarla e ad amarla sempre di più .
Cosa significa per te “presenza scenica”, un aspetto molto evidente anche nel videoclip?
Penso che l’aspetto fondamentale sia provare dentro sé ogni singola parola e ogni singola nota di un brano, ricordarsi sempre quello che si vuole trasmettere, lasciarsi trasportare dalla melodia, essere veri e sinceri anche e soprattutto nelle nostre imperfezioni.
Quali elementi del tuo stile pensi siano destinati a rimanere costanti nel tempo?
Sono un’amante della semplicità , dei testi diretti e spontanei, dei racconti di emozioni e ricordi e penso che questa sia la base della mia figura artistica.
_2.jpg)