"Amaro a metà" è un brano che gioca con le contraddizioni emotive. Vangio dipinge un quadro di un amore che, purtroppo, non può essere vissuto appieno a causa di barriere più grandi delle persone coinvolte, come la distanza. Il titolo del brano sottolinea il sentimento di incompleto, dove l'amarezza non è mai totalizzante, ma si mescola alla gratitudine per quei momenti irripetibili. Un amore che non trova spazio nella realtà, ma vive ancora nella memoria, nei piccoli frammenti che riescono a scaldare il cuore, nonostante tutto. Una riflessione profonda su come gli ostacoli possano segnare, ma mai spegnere, la bellezza di un sentimento vissuto.
Qual è il ricordo più intenso che associ a "Amaro a Metà"?
Il primo giorno in cui sono venuto a vivere a Milano, quando ho salutato dal cancello i miei genitori che mi avevano accompagnato in macchina e le prime volte in cui no suonato nell'omonimo locale.
C’è un verso della canzone che senti più tuo?
"Chissà se riderai con lui come facevi con me", quando ci si lega ad una persona e ci si lascia, fa sempre un po' male all'inizio sapere che si verrà sostituiti.
Che tipo di emozioni speri di suscitare in chi ascolta questo singolo?
Spero che si possa provare la stessa nostalgia che provato quando lo ho scritto.
Stai già lavorando ad altri brani? In che direzione ti piacerebbe andare?
Devo tornare in studio a breve e ho un altro brano già pronto che ho intenzione di far uscire verso novembre probabilmente, mi piacerebbe mantenere la direzione che ho preso ma aggiungendo più strumenti reali (come la batteria nelle prossime produzioni) e aggiungere più jazz.
Come immagini il tuo percorso da qui a cinque anni?
Me lo immagino fruttuoso, voglio essere soddisfatto del mio lavoro e del mio percorso.