Per entrambe è nata da bambine.
Reina: Sin da piccola ho ascoltato con i miei genitori i grandi interpreti della musica italiana : Mina, Battisti, Dalla, De André. Con la mamma cantavo e ascoltavo il blues, Joe Bonamassa , Bob Dylan e le cantautrici rock americane come Melissa Etheridge; con il papà suonavo le percussioni, il basso, ascoltavo i Led Zeppelin, il jazz,il funk, la musica sudamericana, ballavo la lambada.
Iniziai a studiare canto lirico e solfeggio, ascoltavo musica classica.
Crescendo mi venne regalato il primo basso e mi appassionai alla musica rock ,grunge e punk, suonavamo nelle cantine, vivevamo di concerti.
Amo la musica francesce, popolare, i canti anarchici, la musica balcanica, etnica, l’elettronica, ho esplorato in lungo e in largo le sonorità.
Da questa commistione di generi e suoni, da questa struggente vitalità di parole e musica ho iniziato a cantare e a scrivere e amare la musica, sono diventata donna ma ancora oggi la prima cosa che faccio quando mi sveglio e l’ultima prima di andare a dormire, ha a che fare con la musica.
Io e la mia sorella gemella fin da veramente piccole giocavamo alla presentatrice e alla cantante, alternandoci nei ruoli, e crescendo abbiamo messo in pratica quello a cui giocavamo quando eravamo piccole (anche se nessuna è diventata presentatrice XD), io suonando la chitarra e lei il basso.
Il Blues,il rock,il punk, cantautorato americano e italiano ,Patty Smith, P.J Harvey,Carmen Consoli,De André, Nick Drake, Eddie Vedder, Chris Cornell
A volte Reina ha un testo e una linea musicale la passa ad Alice che la arricchisce a volte Alice Scrive la musica e Reina c scrive sopra il testo.
In entrambi i casi alla fine insieme finalizziamo.
Reina: “Buttati in mare, anche rinominata “ il problema dell’ accento ” è nata da due giri di chitarra in una sera d’estate, tornata dell’ennesimo viaggio randagio in giro per la penisola le mani hanno iniziato a scrivere.
Ho fatto riaffiorare i ricordi vissuti lungo la strada, dall’alba della partenza all’arrivo su una spiaggia lontana. Quel viaggio non aveva una meta, come capita nella vita, ma bisogna partire, perdersi, buttarsi per trovare la propria Itaca.
I pensieri si sono allargati, come spesso mi succede, e ho pensato al mare, quello stesso mare che è culla di sogni per qualcuno ma anche naufragio di speranze per altri.
E così in un momento puoi essere immensamente felice e profondamente triste.
Alice: Le chitarre con una ritmica frizzante nelle strofe e nel ritornello vogliono evocare la leggerezza del mare, delle vacanze... La dissonanza del finale crea il contrasto emotivo che si cela nel testo.