Intervista a Devo Nod in occasione dell’uscita del nuovo album “Anno Zero”

gen 25, 2023 0 comments

Il 16 dicembre 2022 è uscito
“Anno Zero”, il nuovo disco di Devo Nod, che richiama sonorità Post-Grunge e Dark, con influenze che spaziano dagli Alice In Chains a Marilyn Manson, con dei richiami anche al metal melodico moderno e al rock americano (Pearl Jam). Un viaggio nella mente umana partendo dai drammi esistenziali simulati di “A Family Drama”, alla libertà sensoriale punk di “I Like”, alla tentata ribellione verso il sistema di “Stop”, alla voglia di isolamento di “Free River”. A seguire si scende più in profondità nella follia di Devo Nod, con i brani “Now I Feel It”, “Kill Me, Fuck” e “Gacy” che parlano di depressione e malattie mentali. Si rinasce con “Nightfire” e “The Road” dove sembra esserci una speranza come in tutte le storie, ma la speranza si chiude con “Let Me Die”, qui il mondo è finito, Devo è l’ultimo rimasto sulla terra e a quel punto è giusto che il disco si fermi.
 
Noi di Reframe abbiamo avuto il piacere di intervistare Devo Nod ricordando che l’artista veneziano è alla sua prima esperienza solista dopo una carriera negli anni 2000 come cantante dei Phonica e dal 2012 ha lavorato con le grunge band X-Ray Life e Pacino.
 
Ciao Devo Nod, com’è nata la tua attitudine verso la musica?
Da piccolo a casa mia si ascoltava molto rock e molto lo si vedeva anche in tv. Erano gli anni degli ultimi miti, come Guns n’ Roses, Nirvana, Aerosmith. Difficile rimanere indifferenti soprattutto se hai 12/13 anni.
 
A quale artista ti sei ispirato nel corso degli anni?
Layne Staley degli Alice in Chains è stato sempre il mio grande idolo e punto di riferimento Vocale. Credo che sia uno dei più grandi cantanti di sempre, anche come immagine.
 
In che modo nasce una tua canzone?
Anche da un sogno durante la notte, o semplicemente dopo aver visto un bel film. Esce dal nulla della mia testa.
 
Ci parli di come è nato il tuo nuovo album “Anno Zero”?
È stato merito della pandemia. Ho raccolto dei pezzi che avevo lì da tempo, li ho finiti ed eccoci qua.
 
Cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo nuovo disco?
Non è il classico disco di un solo genere, può essere amato da chi ascolta il metal ma anche da chi ascolta il punk. Ci sono pezzi rabbiosi e belle ballad, credo possa essere ascoltato da chiunque.

 
C'è un filo conduttore che lega le dieci tracce della tracklist?
Si. Il disco a livello di testi è un viaggio nella vita, dalla nascita (A Family Drama) alla consapevolezza della fine (Let Me Die).

Hai già in programma concerti e date live?
Ci sto lavorando, ci vedremo presto.

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